Le faggete di Canfaito, situate nella Riserva naturale del Monte San Vicino, sono da sempre teatro di meraviglie naturali. Tra i fenomeni più straordinari c’è il parelio, un evento atmosferico raro che il fotografo professionista Gioele Piccinini ha saputo immortalare con maestria. Il parelio è un effetto ottico causato dalla diffrazione della luce solare sui cristalli di ghiaccio sospesi nelle nuvole, creando aloni luminosi attorno al sole. Questo fenomeno, visibile solo in condizioni meteorologiche specifiche, trasforma la già suggestiva faggeta in uno scenario ancora più magico e irripetibile.
Gioele Piccinini, originario di Monte San Vito e specializzato nella documentazione fotografica del mondo industriale e imprenditoriale, ha dimostrato con questo scatto la sua capacità di catturare anche la bellezza selvaggia della natura marchigiana. La sua fotografia del parelio rappresenta un documento visivo prezioso che testimonia come le faggete di Canfaito siano un luogo privilegiato per osservare fenomeni atmosferici eccezionali.
Cos’è il parelio e come si manifesta
Il parelio rappresenta uno dei fenomeni ottici atmosferici più affascinanti e meno comuni da osservare. Si tratta di un effetto luminoso che si manifesta quando particolari condizioni meteorologiche si allineano perfettamente. La diffrazione della luce solare attraverso i cristalli di ghiaccio presenti nelle nuvole cirriformi genera uno o più punti luminosi ai lati del sole, creando quello che gli antichi chiamavano “cani del sole”.
Le condizioni necessarie per il parelio
Per assistere a questo spettacolo naturale servono condizioni atmosferiche molto specifiche. I cristalli di ghiaccio devono essere sospesi nell’aria ad altitudini elevate, tipicamente in nuvole di tipo cirro o cirrostrato. L’orientamento dei cristalli risulta cruciale: devono essere disposti orizzontalmente e avere una forma esagonale piatta. Quando i raggi solari attraversano questi cristalli con un’angolazione di circa 22 gradi, si crea il caratteristico alone luminoso.
L’importanza scientifica del fenomeno
Dal punto di vista scientifico, il parelio fornisce informazioni preziose sulle condizioni dell’alta atmosfera. La sua presenza indica la formazione di cristalli di ghiaccio a quote elevate e può essere un indicatore di cambiamenti meteorologici imminenti. Gli studiosi di ottica atmosferica utilizzano le osservazioni di questi fenomeni per comprendere meglio la diffrazione della luce e le proprietà dei cristalli di ghiaccio.
Il parelio nelle faggete di Canfaito immortalato da Gioele
La cattura fotografica del parelio nelle faggete di Canfaito da parte di Gioele Piccinini rappresenta un momento eccezionale nella documentazione naturalistica del territorio marchigiano. L’altopiano di Canfaito, situato ai piedi del Monte San Vicino, offre una posizione privilegiata per l’osservazione di fenomeni atmosferici rari grazie alla sua elevazione e alla conformazione orografica del territorio.
Il lavoro fotografico di Gioele Piccinini
Gioele Piccinini, pur essendo principalmente specializzato nella fotografia industriale e imprenditoriale, ha dimostrato una sensibilità artistica che abbraccia anche la natura. Il suo scatto del parelio mostra come l’occhio professionale di un fotografo esperto possa cogliere attimi irripetibili. La tecnica fotografica richiesta per immortalare questo fenomeno necessita di conoscenze specifiche sull’esposizione e sulla gestione della luce intensa.
L’unicità del momento catturato
Fotografare un parelio richiede non solo competenza tecnica, ma anche una dose considerevole di fortuna. Il fenomeno si manifesta per periodi limitati e in condizioni meteorologiche imprevedibili. La presenza di faggi secolari come sfondo rende lo scatto ancora più suggestivo, unendo due forme di rarità: quella atmosferica del parelio e quella botanica della faggeta monumentale.
La riserva naturale del Monte San Vicino
La Riserva naturale regionale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito custodisce un patrimonio naturalistico di eccezionale valore. Quest’area protetta si estende su un territorio che raggiunge i 1.480 metri di altitudine con il Monte San Vicino e ospita ecosistemi forestali tra i più pregiati delle Marche.
La faggeta secolare di Canfaito
Il nome Canfaito deriva dal latino “campum faiutum“, che significa letteralmente “campo di faggi“. Questa etimologia rispecchia perfettamente la natura del luogo, dominato dalla più grande concentrazione di superfaggi della regione. La faggeta si estende su un altopiano che offre scenari mozzafiato in ogni stagione dell’anno.
I faggi secolari di Canfaito hanno una storia particolare: si sono salvati dal taglio perché i pastori li utilizzavano come rifugio durante le ore più calde dei mesi estivi. Le chiome ampie e fitte di questi alberi offrivano un riparo naturale prezioso, garantendone così la sopravvivenza attraverso i secoli.
Biodiversità e valore ecologico
L’area protetta rappresenta un hotspot di biodiversità per l’intera regione. Oltre ai faggi monumentali, la riserva ospita una ricca fauna selvatica e specie vegetali endemiche. Il territorio offre habitat differenziati che vanno dalle faggete pure alle praterie d’alta quota, ciascuno con le proprie caratteristiche ecologiche specifiche.
Il faggio monumentale: il gigante delle Marche
Tra i numerosi esemplari che popolano Canfaito, uno spicca su tutti: il faggio più grande delle Marche, inserito tra i 300 alberi monumentali d’Italia nella pubblicazione del Corpo Forestale. Questo patriarca verde rappresenta un’attrazione naturalistica di primo piano.
Caratteristiche e dimensioni del re della faggeta
Il faggio monumentale domina la faggeta con la sua figura massiccia e imponente. Secondo le rilevazioni storiche, l’albero dovrebbe avere più di 500 anni. Le misurazioni effettuate documentano una circonferenza che nel 1982 era di 6,15 metri, cresciuta fino a 6,42 metri nel 2006. L’incremento di 27 centimetri in 24 anni testimonia la vitalità di questo esemplare straordinario.
La salute e la longevità dell’albero
Nonostante l’età venerabile, il faggio monumentale mostra un’ottima salute. La sua chioma rigogliosa, che si riempie di foglie durante la ripresa vegetativa, fornisce una prova rassicurante della sua vitalità. Gli esperti attribuiscono questa longevità alle condizioni ambientali favorevoli e alla protezione storica di cui ha goduto.
Il viale dei giganti
Il sentiero che attraversa la faggeta è conosciuto localmente come “il viale dei giganti“. Questo nome evocativo deriva dalla presenza di faggi eccezionali: due esemplari hanno superato i 500 anni, uno ha circa 400 anni, mentre altri hanno età comprese tra i 200 anni e meno. Camminare tra questi patriarchi vegetali offre un’esperienza emozionante e quasi spirituale.
Foliage e fenomeni stagionali a Canfaito
Le faggete di Canfaito regalano spettacoli naturali diversi a seconda della stagione. Durante l’autunno, il fenomeno del foliage trasforma il paesaggio in una tavolozza di colori che vanno dal giallo ocra al rosso scarlatto e marrone.
Le date del foliage 2025
Per gestire l’afflusso di visitatori durante il picco del foliage, il Comune ha stabilito giorni specifici con parcheggio a pagamento. In ottobre le date includono le domeniche 19 e 26, oltre al venerdì 31. A novembre, il parcheggio è attivo sabato 1, domenica 2, sabato 8, domenica 9, sabato 15, domenica 16 e domenica 23. Il parcheggio funziona dalle 8 alle 20 con una tariffa di 5 euro per auto, camper e van.
Altri fenomeni naturali nella zona
Oltre al parelio, la zona offre altre occasioni per osservare fenomeni naturali straordinari. L’Abbazia di Sant’Urbano, situata nelle vicinanze, è diventata famosa per il fenomeno dell’occhio luminoso che si verifica ogni 25 maggio e 19 luglio alle prime ore del mattino. Questi eventi trasformano il territorio in un laboratorio naturale a cielo aperto per appassionati di fotografia e natura.
Come raggiungere e visitare Canfaito
Pianificare una visita a Canfaito richiede attenzione ai percorsi e alle condizioni di accesso. Il luogo si raggiunge principalmente da due direzioni, ciascuna con caratteristiche specifiche.
Itinerari di accesso consigliati
Da San Severino Marche, in provincia di Macerata, si procede attraverso la strada che porta al castello di Elcito. Il percorso prosegue per tre o quattro chilometri su una strada tortuosa fino a raggiungere una stradina in terra battuta che si inoltra nel bosco di faggi. Un’alternativa è salire dal lato di Matelica, passando per il borgo dipinto di Braccano.
Regole e raccomandazioni
L’amministrazione comunale e l’Unione montana raccomandano di privilegiare giornate diverse da quelle indicate per il parcheggio a pagamento, per garantire un’esperienza più piacevole. È severamente vietato sostare in aree diverse da quelle segnalate, mentre campeggio e bivacco sono sempre proibiti. L’ingresso ad autocarri e autobus è vietato per preservare l’integrità dell’area naturale.

