Scopre un antico ciondolo di Enrico VIII con il metal detector: potrebbe diventare milionario

Nel 2019, un appassionato di metal detecting inglese ha fatto una delle scoperte archeologiche più significative degli ultimi decenni. Charlie Clarke, un proprietario di caffè di 34 anni con soli sei mesi di esperienza, ha riportato alla luce un prezioso ciondolo d’oro appartenuto a Enrico VIII e alla sua prima moglie Katherine di Aragona. Il gioiello, risalente a oltre 500 anni fa, è decorato con simboli della monarchia Tudor e rappresenta la scoperta più importante effettuata da un detectorista amatoriale negli ultimi venticinque anni. Il reperto sarà valutato e il ricavato diviso tra Clarke e il proprietario del terreno, trasformando potenzialmente questa passione in un evento che ha cambiato la vita.

La scoperta inaspettata nel Warwickshire

Le circostanze della scoperta

Charlie Clarke aveva iniziato a praticare il metal detecting in un momento difficile della sua vita, dopo aver perso il suo cane, un compagno fedele. Un amico gli aveva proposto di trascorrere del tempo all’aria aperta in un campo del Warwickshire, nella regione delle West Midlands inglesi. Era il 2019 e Clarke aveva appena sei mesi di esperienza in questo hobby quando la sua vita stava per cambiare radicalmente.

Dopo ore di ricerca che avevano prodotto solo rottami metallici e oggetti di scarso valore, il metal detector di Clarke emise un segnale diverso. Nonostante la pioggia battente, l’uomo continuò a scavare finché non si trovò con il braccio immerso nel terreno fino al gomito. Quando estrasse l’oggetto, si trovò di fronte a una grande collana d’oro con un ciondolo a forma di cuore.

Il primo contatto con l’oggetto

La reazione di Clarke fu immediata e viscerale. Come ha raccontato lui stesso, improvvisamente le condizioni meteorologiche non avevano più importanza: l’adrenalina era alle stelle e il colore dell’oro cambiava completamente la percezione della situazione. Da bambino, Clarke aveva sempre sognato di trovare un tesoro, e in quel momento stava realizzando un sogno infantile diventato realtà.

Il giovane proprietario di caffè capì subito di aver trovato qualcosa di speciale, ma la vera portata della scoperta gli sarebbe stata chiara solo dopo aver incontrato un’esperta del British Museum. Quando consegnò l’oggetto alla specialista, la reazione della donna disse tutto: la mascella cadde, gli occhi si illuminarono e le sue mani tremavano mentre teneva il prezioso manufatto.

Il ciondolo di Enrico VIII: caratteristiche e simbolismo

Dettagli tecnici e materiali

Il ciondolo presenta caratteristiche tecniche che lo rendono un manufatto straordinario. La catena è composta da 75 maglie d’oro e pesa più di 300 grammi, rendendolo un pezzo di gioielleria imponente per gli standard dell’epoca. Il ciondolo stesso è a forma di cuore e misura circa due pollici di diametro, dimensioni considerevoli che testimoniano il lusso e l’opulenza della corte Tudor.

Il peso complessivo del manufatto supera il mezzo chilo, confermando l’utilizzo di oro massiccio di alta qualità. Le maglie sono collegate da un anello di sospensione smaltato a forma di mano, un dettaglio raffinato che aggiunge ulteriore valore artistico all’oggetto. La fattura artigianale rivela la maestria degli orafi rinascimentali inglesi, capaci di creare opere di straordinaria bellezza e complessità tecnica.

I simboli della monarchia Tudor

La decorazione del ciondolo è ricca di simbolismo politico e personale. Un lato presenta una rosa Tudor rossa e bianca intrecciata con un cespuglio di melograno che cresce dallo stesso ramo. Questo non è un semplice intreccio decorativo: rappresenta l’unione matrimoniale tra Enrico VIII e Katherine di Aragona, simboleggiando il momento in cui ebbero il loro primo figlio.

Il rovescio mostra le lettere H e K unite insieme, iniziali di Henry e Katherine, mentre entrambi i lati recano l’iscrizione “TOVS + IORS”, un gioco di parole sulla parola francese “toujours” che significa “sempre“. Il melograno era il simbolo personale di Katherine di Aragona, legato alle sue origini spagnole, mentre la rosa Tudor rappresentava la dinastia inglese nata dall’unione delle casate di York e Lancaster.

L’importanza storica della scoperta

Il legame con Katherine di Aragona

Katherine di Aragona fu la prima delle sei mogli di Enrico VIII, sposata nel 1509. Il ciondolo risale proprio al periodo iniziale del loro matrimonio, quando i rapporti erano ancora positivi e il re nutreva speranze per la continuità dinastica. La presenza dei simboli congiunti testimonia un momento di unione e speranza che sarebbe stato seguito da anni di tormento, culminati con il famoso divorzio che portò allo scisma anglicano.

Rachel King, curatrice del Rinascimento europeo al British Museum, ha sottolineato come questo oggetto rappresenti una testimonianza diretta di un periodo cruciale della storia inglese. Il fatto che sia emerso dal terreno praticamente intatto, senza essere stato soggetto ai processi di selezione e conservazione tipici delle collezioni storiche, offre agli studiosi un’opportunità unica di analizzare un manufatto nella sua forma originale.

Una finestra sul Rinascimento inglese

La scoperta è considerata la più significativa degli ultimi venticinque anni da quando il governo britannico ha iniziato a registrare i ritrovamenti di tesori. Non c’era stato niente di paragonabile risalente all’epoca rinascimentale trovato negli ultimi cento anni, rendendo questo ciondolo un reperto eccezionale per comprendere l’arte, la politica e la vita di corte del XVI secolo.

Il manufatto fornisce informazioni preziose sulle tecniche orafe dell’epoca, sui materiali utilizzati, sui simboli di potere e sulle dinamiche matrimoniali della famiglia reale. Rappresenta inoltre una testimonianza tangibile del lusso e della ricchezza che caratterizzavano la corte di Enrico VIII, uno dei monarchi più famosi e controversi della storia britannica.

Il processo di autenticazione

La reazione del British Museum

Quando Clarke portò per la prima volta il ciondolo a un’esperta di Birmingham, la reazione fu di incredulità e meraviglia. La donna tremava mentre teneva l’oggetto e la sua mascella era letteralmente caduta di fronte alla scoperta. Questo primo incontro segnò l’inizio di un processo di autenticazione che avrebbe confermato l’importanza storica del manufatto.

Rachel King, curatrice del British Museum, ha descritto la scoperta come qualcosa che va oltre i suoi sogni più sfrenati. Ha utilizzato l’espressione “big piece of bling” per descrivere l’imponenza del gioiello, sottolineando come fosse difficile credere che un oggetto così prezioso fosse rimasto sepolto per cinque secoli. La sua eccitazione professionale rifletteva la consapevolezza di trovarsi di fronte a un pezzo unico della storia britannica.

Gli studi e le analisi condotte

I ricercatori hanno confermato l’autenticità del ciondolo attraverso analisi approfondite, collocandolo a circa 500 anni fa. Il processo di studio ha incluso esami dei materiali, dell’iconografia, dello stile artistico e delle tecniche di lavorazione. Ogni dettaglio è stato confrontato con le conoscenze esistenti sull’oreficeria Tudor e sui simboli utilizzati dalla corte reale.

Il British Museum ha annunciato ufficialmente la scoperta nel gennaio del anno successivo al ritrovamento, dopo aver completato le verifiche necessarie. L’oggetto ha offerto agli studiosi quella che King ha definito “informazione grezza”, non filtrata da secoli di collezioni e riorganizzazioni museali. Questa caratteristica rende il ciondolo particolarmente prezioso per la ricerca storica e archeologica.

Cosa succede dopo la scoperta

Le leggi britanniche sui tesori

Nel Regno Unito esiste una legislazione specifica che regola i ritrovamenti archeologici. Per legge, chiunque trovi un tesoro in Gran Bretagna è obbligato a segnalarlo alle autorità, consentendo ai musei l’opportunità di acquisirlo. Questo sistema garantisce che i reperti di importanza nazionale non vengano dispersi o venduti sul mercato nero.

Nel 2021 sono stati registrati oltre 45.500 ritrovamenti archeologici in Gran Bretagna, di cui più di 1.000 casi di tesori, e il 96% di questi è stato scoperto da persone che praticavano il metal detecting. Questo dato sottolinea il ruolo cruciale dei detectoristi amatoriali nella scoperta del patrimonio archeologico britannico, quando operano nel rispetto delle leggi e in collaborazione con le autorità.

Il futuro del ciondolo e il possibile guadagno

Il ciondolo verrà valutato ufficialmente e il ricavato sarà diviso equamente tra Charlie Clarke e il proprietario del terreno, un amico dello stesso Clarke. Il manufatto verrà probabilmente venduto per una cifra sostanziale, considerando la sua rarità, l’importanza storica e la connessione diretta con uno dei monarchi più famosi della storia inglese.

Clarke è ora conservato al British Museum, dove continua a essere studiato e ammirato. Per Clarke, questa scoperta ha rappresentato molto più di un guadagno economico: ha cambiato la storia, ha contribuito alla comprensione del periodo Tudor e ha dimostrato come un hobby possa condurre a risultati straordinari. Come ha dichiarato lo stesso Clarke, questa esperienza conferma che da bambini si sogna sempre di trovare un tesoro, e lui ha realizzato esattamente questo sogno, con l’aggiunta di aver fatto una scoperta di importanza nazionale.

Per gli aspiranti detectoristi, Clarke ha un messaggio chiaro: uscite e provate, perché anche se non troverete un manufatto storico, otterrete almeno aria fresca e avventura. Non si sa mai dove questo hobby può portarvi.

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